lunedì 31 ottobre 2011

KUNG FU - BUDDISMO

Buddha e il Buddismo

Secondo la tradizione Buddha visse in India fra il 560 e il 480 avanti Cristo. Suo padre, il re Suddhodana cercò di allontanare dalla vita del figlio, a cui aveva imposto il nome di Gotama, tutto ciò che poteva turbarne la felicità. Ma dopo molti anni questa esistenza tranquilla e felice è improvvisamente sconvolta.
Il giovane principe, che fino ad allora era vissuto nello splendido palazzo reale, attraversa la città ed i suoi occhi sono colpiti dallo spettacolo della povertà, della vecchiaia, della malattia e della morte. Gotama si rende improvvisamente conto che la vita non è solo letizia e piacere ed ha la consapevolezza della sofferenza umana; abbandona allora la dimora paterna e diventa asceta.
Dopo anni di rigidissima disciplina e durissimi sforzi, Gotama giunge alla conclusione che né i piaceri né il rigido ascetismo conducono all'estinzione della sofferenza. Adotta allora un “sentiero mediano” fra questi due estremi e continua a meditare sulle cause dell'umano dolore. Infine arriva a comprendere tali cause e scopre il mezzo per liberarsene.
Gotama diventa così il Buddha ossia l'illuminato. Il suo messaggio fondamentale è contenuto nelle cosiddette quattro Sante Verità:
  1. La sofferenza esiste: “Nascita è dolore, vecchiaia è dolore, morte è dolore, tormento, tristezza, afflizione, strazio sono dolore, non avere ciò che si brama è dolore”.
  2. Il dolore ha le sue cause che sono la sete di benessere, la sete di piaceri, la sete di esistenza...
  3. La sofferenza può essere eliminata eliminando le sue cause, estinguendo cioè le brame dell'uomo mediante il distacco totale, il completo annientamento dei desideri.
  4. Per eliminare le cause della sofferenza bisogna seguire l'ottuplice sentiero costituito da: fede pura, propositi puri, linguaggio puro, azione pura, vita pura, sforzo puro, memoria pura, concentrazione pura.
Con il passare dei secoli il Buddismo si suddivise in due rami fondamentali ed in numerose sette o scuole. I due rami sono:
  1. Buddismo Hinayana (Piccolo Veicolo) diffuso nel Sud dell'Asia. Esso si atteneva piuttosto rigidamente alla dottrina originaria.
  2. Buddismo Mahayana (Grande Veicolo) diffuso in Cina ed in Giappone. Il nome di Grande Veicolo sta a significare un'interpretazione più ampia che tale ramo del Buddismo dava alla dottrina.


Il Buddismo Ch'an (Zen)

Il Buddismo Ch'an (Zen in giapponese) è una delle scuole appartenenti al Grande Veicolo e secondo la tradizione fu divulgato in Cina dai monaco Bodhidarma (Ta Mo in cinese) nel sesto secolo dopo Cristo.
Ch'an deriva dalla parola sanscrita Dhyana che significa "meditazione". Secondo questa scuola si può sperare di ottenere il “risveglio”, l'illuminazione solo attraverso la concentrazione spirituale e la meditazione e non tramite la conoscenza.
Il Buddismo Ch'an ha assorbito alcuni aspetti del Taoismo filosofico ed ha a sua volta influenzato le tecniche di meditazione taoista.
E' importante tuttavia osservare che questa forma di Buddismo non è né una filosofia né una religione (non ricerca infatti l'immortalità, non conosce dèi, non ammette concetti tipo il peccato o l'anima), ma si può solo considerare un “sistema di vita”.

Chi pratica il Buddismo Ch'an deve educarsi a vedere direttamente dentro di sé ed a scoprire la natura intima della realtà, senza l'aiuto dell'intelletto. Per arrivare a ciò sono indispensabili le pratiche della concentrazione mentale e della meditazione.
Durante la meditazione bisogna fare il vuoto totale dentro sé stessi, bisogna far tacere la voce incessante della mente, bisogna abolire ogni pensiero, ogni emozione. Per mettere sotto controllo l'attività della mente è necessario regolare opportunamente la respirazione.
La persona comune non sperimenta la vera natura delle cose, la sua è una realtà distorta o un insieme di minuti frammenti di realtà.
Scopo della meditazione è quello di consentire all'individuo di entrare a contatto, in maniera totale, con la realtà vera che lo circonda. In ciò consiste l'illuminazione, il “risveglio”. Le cose si vedono allora in maniera completamente diversa, come attraverso un terzo occhio, in occhio spirituale.
Questa nuova visione di se stessi e del mondo è intuitiva, supera qualsiasi rappresentazione mentale e non deriva assolutamente dal pensiero o dal ragionamento.
L'illuminato vede le cose per così dire dall'interno, un po' come le vede un grande artista che ha la capacità di rappresentarle condensandone l'intima natura in pochi tratti essenziali. Si può comprendere allora quanto debbano l'arte cinese e quella giapponese alla scuola Ch'an.
Il Buddismo Ch'an ci insegna a non preoccuparci del passato o del futuro, ma a dare la massima importanza al momento presente che è il solo in cui siamo veramente vivi.
Famosa, a questo proposito, è la storia Ch'an di un uomo che stava per essere divorato da una tigre. Egli, constatato che gli era preclusa ogni via di scampo, colse una fragola e gustandola appieno esclamò: - Che buona! -
Quando si è in pace con sé stessi e non si è preda di cento desideri, preoccupazioni, dubbi, paure e passioni, si può agire in piena libertà e con tutto il proprio essere. Si partecipa allora ad ogni cosa perfettamente “svegli" ed in totale concentrazione. Si gustano le cose senza essere legati ad esse.
La mente diventa come uno specchio: è perfettamente lucida, presente e riflette tutto quello che vi è intorno senza che pensieri o preoccupazioni possano interferire Si impara così ad essere dei “testimoni”, degli “spettatori distaccati”; il pericolo o la morte non fanno più paura: sono riflessi dallo specchio della mente.


Il Buddismo Ch'an e le Arti Marziali

Si può facilmente comprendere da quanto detto la ragione per cui il Buddismo Ch'an ha così profondamente influenzato le arti marziali sia cinesi che giapponesi e perché delle arti che insegnano ad uccidere sono diventate delle Vie per il perfezionamento spirituale.
Il T’ai Chi Ch’üan ha indubbiamente una matrice più taoista che buddista, ma non si può negare l’influsso della scuola Ch’an sul suo sviluppo. Anzitutto il T’ai Chi Ch’üan deriva direttamente dallo Shaolin Ch’üan, che nacque proprio nel tempio in cui aveva a lungo insegnato lo stesso Bodhidarma. In secondo luogo taoismo e buddismo si sono senza dubbio influenzati a vicenda.
E si comprende anche perché le Arti Marziali Tradizionali Cinesi si svilupparono in un monastero Ch'an (Shaolin Szu).
La vita in un monastero Ch'an era adattissima per chi voleva praticare seriamente: l'alimentazione era frugale, il sonno permesso solo quello strettamente necessario e per di più su un duro giaciglio, il lavoro e l'allenamento fisico molto pesanti, la disciplina severissima. Erano richiesti puntualità, autocontrollo, sopportazione del caldo, del freddo, del dolore, imperturbabilità di fronte al pericolo ed alla morte.
Abbiamo inoltre visto che il Buddismo Ch'an insegna a vuotare la mente, a liberarla da ogni idea preconcetta, da ogni influenza esterna. Si può così arrivare ad uno stato di ricettività totale che permette di reagire istintivamente al minimo stimolo.
Se la mente è libera da ogni pensiero, priva di aggressività o paura, si possono percepire le intenzioni di un avversario ed agire di conseguenza; si può coltivare cioè un sesto senso che permette di prevedere il pericolo e di anticipare le azioni del nemico.
Se la mente è invece turbata da pensieri o da preoccupazioni d'attacco o di difesa, non è possibile percepire correttamente le intenzioni dell'avversario e si può essere tratti in inganno anche da una banale finta. Il vuoto della mente ed il duro allenamento del corpo permettono di raggiungere l'unità di spirito e di corpo: il corpo (temprato dall'esercizio) non più frenato dalla mente (vuota) è pronto allora a reagire istantaneamente nel modo più efficace e puro agli stimoli.
Non vi è più nessun freno fra percezione reazione; il tempo di reazione è il più breve possibile e la tecnica “perfetta”. Le tecniche “perfette” sono sempre eseguite in maniera inconscia, paradossalmente prima eseguite e poi pensate.
Ricordiamo infine che per gli ideali pacifisti e di non violenza del Buddismo, in perfetta armonia con quelli taoisti, il fine pratico delle arti marziali non è più l'eliminazione dell'avversario, ma l'autodifesa e la protezione dei deboli.

KUNG FU - TAOISMO

Introduzione

Mentre Confucio accettava la società in cui viveva ed insegnava i metodi per renderla migliore, un'altra scuola di pensiero negava tale società e cercava la salvezza al di fuori di essa.
Questa scuola è il Taoismo la cui idea fondamentale consiste nell'identificazione con la Natura e con la sua Via.
Secondo i taoisti ciò che deriva dall'uomo è l'origine della sofferenza, ciò che proviene dalla Natura è invece fonte di felicità.
Il Confucianesimo è una filosofia pratica perché opera entro i limiti della società, il Taoismo invece, almeno nella sua forma originale, è una filosofia mistica.
Le due correnti filosofiche, benché rivali, si completavano a vicenda e contribuirono a conferire al popolo cinese un giusto equilibrio fra misticismo e realtà pratica.


Lao Tzu


 
Lao Tzu
Il filosofo cui si attribuisce la nascita del Taoismo

Lao Tzu è un personaggio in gran parte leggendario, vissuto più o meno nell'epoca di Confucio il quale così lo descrisse ai suoi discepoli:
“Io capisco come volano gli uccelli,
come nuotano i pesci
e come corrono gli animali....
ma non ho ancora compreso
come fa il drago a salire alto nel cielo
cavalcando il vento attraverso le nuvole.

Oggi ho visto Lao Tzu.
Egli è simile al drago.”
Le idee di Lao Tzu sono raccolte in un piccolo grande libro, il Tao Te Ching, ossia “Il Libro della Via e della Virtù” che, secondo la critica moderna, fu redatto parecchio tempo dopo la morte del filosofo, forse nel terzo secolo a. C..
Il Taoismo è la filosofia del Tao. Tao letteralmente significa “Via” e costituisce l'idea fondamentale di tutta la filosofia cinese, ma con diverse sfumature di significato a seconda della scuola di pensiero. Seguendo determinate leggi nella volta celeste si muovono il sole, la luna e le stelle; questa è la Via, il Tao del Cielo. Ad essa corrispondono la Via, il Tao della Terra e la Via, il Tao dell'Uomo. Queste tre Vie sono strettamente correlate in tre piani paralleli interdipendenti: ad un avvenimento in una delle Vie ne corrisponderà uno anche nelle altre.
Le tre Vie sono dunque legate così come il lavoro dell'uomo è necessario alla crescita del riso quanto la fertilità della terra e la pioggia del cielo. Nel Confucianesimo il Tao acquista un significato morale: esso consiste nell'amare le persone e nell'osservare i riti ed i rapporti umani. Il Tao di Confucio si avvicina dunque alla nostra idea astratta di "dovere" e si può considerare come la legge morale tramite la quale il Cielo mantiene in ordine la Terra e gli uomini. Per Lao Tzu, invece, il Tao ha un significato molto più ampio in quanto si identifica con la realtà suprema stessa; esso è al di sopra del Cielo e non si può adeguatamente definire.
Per i taoisti il Tao è la fonte ed il principio di tutto ciò che esiste; è un principio “sopra morale” che è insito nella Natura e che la regola. L'uomo può realizzarsi appieno solo quando si abbandona al Tao e si identifica con esso.

Un altro insegnamento di Lao Tzu è quello dell'armonia degli opposti e della relatività delle cose umane. Di solito noi consideriamo il bene in lotta con il male, la luce in lotta con il buio, la vita in lotta con la morte. Scopo della scienza e della tecnologia occidentali è allora quello di darci salute senza malattie, piacere senza dolore, ricchezza senza povertà. Ma cominciamo solo ora a renderci conto che agendo così creiamo forse più problemi di quanti ne risolviamo: l'inquinamento, il pericolo di una guerra nucleare, l'alienante civiltà delle macchine non sono che alcuni inquietanti aspetti di questo modo di vedere le cose.
Per i taoisti invece, tutti gli opposti - torto e ragione, bene e male, salute e malattia, luce e oscurità - vanno accettati perché, come yin e yang, sono inseparabili.
Tutto è inoltre relativo: il lungo e il corto, l'alto e il basso, il grande e il piccolo, il bello e il brutto.
Per vivere bene, gli opposti vanno tenuti in un giusto equilibrio e non esiste la possibilità che uno di essi abbia definitivamente la meglio sull'altro.
Non bisogna lottare contro le forze della Natura, non bisogna opporsi ad esse. Dobbiamo fare come il bravo marinaio che non si oppone al vento, ma utilizza la sua forza per farsi trasportare.
L'uomo, per identificarsi con la Natura, deve diventare spontaneo; le sue azioni non devono essere forzate.
Le azioni forzate sono in disaccordo col Tao e solo se ogni cosa viene lasciata andare secondo la sua strada naturale vi sarà armonia nell'Universo.
Non bisogna imporre la propria volontà, i propri desideri alla Natura, non dobbiamo fare alcuno sforzo, non dobbiamo avere alcun fine anche perché:
“Il Tao non fa nulla e tuttavia compie ogni cosa”.
Questo è il famoso principio del Wu Wei che può essere tradotto con “non-azione”, “assenza di attività”.
Il termine non va preso tuttavia alla lettera, ma significa semplicemente che non bisogna agire in modo artificioso, forzato, in disaccordo con le leggi della Natura.
Lao Tzu consiglia agli uomini di stato (che dovrebbero essere dei saggi) di “fare” il meno possibile; le persone sono infatti difficili da governare perché chi governa agisce troppo e le disgrazie del mondo non vengono dalle cose non fatte, ma dalle troppe cose fatte. Questo è il principio del Wu Wei applicato al governo.
Il saggio taoista è un individualista che si tiene lontano dal mondo e dalle sue attività e raggiunge, in modo mistico, l'unità col Tao.


Chuang Tzu

Un altro famoso filosofo taoista, vissuto nel quarto secolo a. C., è Chuang Tzu.
Egli sviluppò in modo brillante le idee di Lao Tzu e disse che non si può sperare di ottenere l'identificazione con la Natura tramite lo studio, il ragionamento o altri sforzi, perché solo grazie ad uno slancio mistico è possibile intuire la natura vera del Tao.
Tale slancio non può essere che individuale: l'uomo deve rinunciare alle ambizioni terrene, deve appartarsi dalla vita sociale e non deve diventare un erudito. Alla fine, come Chuang Tzu, l'uomo arriverà a dubitare di tutto, perfino della propria esistenza. La vita è infatti solo illusione e non è nient'altro che una fase del continuo trasformarsi e succedersi di nuove forme.
Molto noto è l'aneddoto di Chuang Tzu che sogna di essere una farfalla che vola felice da un fiore all'altro. Ma al risveglio Chuang Tzu non sa più se è un uomo che ha sognato di essere una farfalla oppure una farfalla che sta sognando di essere un uomo.
L'uomo passa la sua esistenza “dormendo” anche quando crede di essere sveglio e “sognando” in continuazione anche con gli occhi aperti.


Tecniche taoiste di meditazione, respirazione e ginnastica

Con il passare dei secoli i taoisti misero a punto tecniche complesse per la purificazione della mente e del corpo con l’ideale intento di raggiungere ciò che essi chiamavano “immortalità”.
Immortale (Hsien) è colui che arriva a purificare la propria carne dal decadimento per il tramite di pratiche specifiche. Queste erano tecniche di concentrazione mentale e meditazione connesse con esercizi respiratori per la circolazione del Ch’i (Ch’i Kung).
Essi impararono inoltre ad utilizzare erbe medicinali per promuovere e preservare la vitalità. Furono studiati speciali esercizi ginnici (Tao Yin) per la salute del corpo. Ricordiamo a questo proposito anche i già citati esercizi dei cinque animali inventati dal medico taoista Hua To. Si sviluppò in modo particolare l’alchimia che fu suddivisa in:
  1. Alchimia Esteriore (Wai Tan) che veniva utilizzata per realizzare droghe, elisir e medicinali destinati soprattutto a prolungare la vita umana.
  2. Alchimia Interiore (Nei Tan) che utilizzava tecniche di meditazione e di respirazione durante le quali si pensava che l'Essenza (Ching, in pratica l'energia sessuale e l'energia ottenuta dalla digestione dei cibi e che è rappresentata da alcuni liquidi che circolano nel corpo umano), venisse raffinata nel Tan T'ien, tramite la respirazione, in Energia Interna (Ch'i) e che questa a sua volta venisse raffinata in Energia Spirituale o Mentale (Shen).


La religione taoista

A partire dal secondo secolo d. C. si sviluppò in Cina una forma di Taoismo che aveva ben poco in comune con la filosofia taoista di Lao Tzu e di Chuang Tzu. Trattasi del Taoismo religioso.
Tra le sue caratteristiche principali vi era la credenza in molti spiriti e dèi, fra cui lo stesso Lao Tzu divinizzato, la pratica di magie, incantesimi e rituali superstiziosi. Vennero utilizzate le tecniche alchemiche sopra descritte per la ricerca dell'immortalità e di poteri magici soprannaturali.
È evidente che tali pratiche erano in opposizione con le leggi naturali e pertanto il taoismo religioso è lontanissimo dal taoismo filosofico e non va confuso con esso.


Il Taoismo e le Arti Marziali

Il Taoismo ha influenzato in modo determinante le Arti Marziali Tradizionali Cinesi.
Per il principio del Wu Wei il Kung Fu non è un'arte violenta, ma esclusivamente difensiva. Non bisogna infatti “agire” attaccando, ma semplicemente adattare la nostra azione a quella dell'avversario.
Lo stesso Lao Tzu dice:

“Un buon guerriero non è bellicoso”.
“Un buon combattente non è collerico”.
“Un buon vincitore non dà battaglia”.

La morbidezza e la cedevolezza sono qualità essenziali nella pratica delle arti marziali. Non bisogna infatti opporsi alla forza dell'avversario, ma bisogna utilizzare la sua forza per batterlo. Ecco perché Lao Tzu afferma che:
“Fra due combattenti vince colui che cede”.
Nel Tao Te Ching è inoltre messa in evidenza l'importanza di non prendere sottogamba il proprio avversario:
“Non c'è disgrazia più grande di prendere alla leggera il proprio avversario;
se faccio così rischio di perdere i miei tesori”.
L'umiltà deve essere una delle virtù fondamentali di un capo:
"Un buon comandante è un uomo umile”.
Anche le tecniche taoiste fisiche, di respirazione, di meditazione, di circolazione del Ch'i hanno avuto un'importanza determinante sullo sviluppo del Kung Fu.

Il più importante contributo del Taoismo alle arti marziali è stata comunque la creazione del T'ai Chi Ch'üan, attribuita al monaco taoista Chang San Feng.
Tutti i principi del T'ai Chi Ch'üan sono in perfetto accordo con gli insegnamenti del Taoismo.
Il T'ai Chi Ch'üan può infatti considerarsi un'arte marziale in cui il principio della morbidezza e della cedevolezza è di fondamentale importanza; può considerarsi inoltre una forma di ginnastica destinata a conferire longevità e salute al corpo umano ed infine una forma di meditazione dinamica grazie alla quale possiamo giungere ad unificarci con il Tao.

KUNG FU - CONFUCIO

Confucio (in cinese K'ung Fu Tzu, ossia maestro K'ung) visse fra il sesto e il quinto secolo a. C. in un'epoca caratterizzata da una grave crisi sociale e politica e da una decadenza morale assai diffusa.
K'ung Fu Tzu - Confucio
Considerò fondamentale il rapporto individuo-società

Egli era anzitutto un educatore, un maestro e desiderava che i suoi discepoli diventassero uomini completi, utili alla società ed allo stato. Il suo insegnamento mirava quindi soprattutto a ristabilire l'ordine sociale.
Confucio non cercava nuove dottrine, ma voleva far apparire ciò che insegnava come un'interpretazione del pensiero degli antichi saggi.
A questo scopo egli spiegava ai suoi discepoli i Libri Classici (uno dei quali era l'I Ching) interpretando però l'antico patrimonio culturale in base ai propri concetti morali.
Secondo il filosofo l'uomo può trasformarsi tramite lo studio, ma ciò che più importa per il perfezionamento morale è l'acquisizione di una virtù fondamentale chiamata Jen. Tale parola si può tradurre con “umanità” o “sensibilità umana”.
Li, altro concetto base del Confucianesirno, significa “riti”, “cerimonie”. Ma Li indica pure l'insieme delle relazioni degli uomini fra di loro, con i conseguenti precisi doveri: amore dei genitori nei confronti dei figli, pietà filiale dei figli per i genitori, amore fraterno tra i fratelli, rispetto dei subordinati verso i superiori e così via.
Li è quindi anche la cortesia, l'educazione, il rispetto sociale.
Li non deve però essere ipocrisia o pura formalità, ma la manifestazione di uno stato d'animo interiore, l'espressione esterna di Jen.
Conseguenza diretta di Jen e di Li è Hsiao, la pietà filiale, la virtù della venerazione.
Hsiao non consiste solo nel rispetto dei genitori e nel culto degli antenati, ma deve anche influenzare le nostre azioni al di fuori della cerchia familiare diventando così una virtù morale e sociale. Per giungere a possederla è necessario vincere il proprio orgoglio e i propri risentimenti.
Altra virtù fondamentale è I che si può tradurre con “rettitudine” e che consiste nella disposizione morale a fare il bene.
Confucio diceva che l'uomo superiore agisce per la sua rettitudine, l'uomo inferiore per il profitto.
Jen, I, Hsiao e il rispetto dei riti (Li) sono gli attributi dell'uomo superiore, mentre l'uomo inferiore mira solo al proprio utile personale.
Coltivando se stesso l'uomo diventa un saggio che possiede naturalmente e senza sforzo la virtù.
Se si vuole l'ordine nella vita dello stato bisogna anzitutto migliorare se stessi, purificare il proprio cuore e mettere ordine nella vita familiare. Se la vita familiare è ordinata vi sarà ordine nella vita sociale e la pace regnerà nel mondo. Un altro concetto importante insegnato da Confucio è quello del “giusto mezzo” che significa agire senza esagerazioni.
 
Meng Tzu - Mencio
Filosofo vissuto tra il quinto e il quarto secolo a. C.

Confucio credeva nel “Fato” (Ming), nel volere del Cielo.
Per avere successo nelle nostre azioni dobbiamo fare del nostro meglio, ma è indispensabile anche l'aiuto del Cielo che è però al di fuori del nostro controllo. È quindi inutile che ci preoccupiamo del successo o dell'eventuale insuccesso; dobbiamo solo impegnarci a fondo in ciò che intraprendiamo.

Mencio e Hsün Tzu

Un famoso filosofo confuciano fu Mencio (Meng Tzu) che visse più di un secolo dopo Confucio. Egli sosteneva che l'uomo deve praticare le virtù predicate da Confucio per mantenere tale la sua natura che è originariamente buona.
Il filosofo Hsün Tzu, vissuto nel terzo secolo a. C., contrariamente a Mencio, affermava che la natura umana è originariamente cattiva, ma l'uomo diventa buono coltivando sé stesso e praticando le virtù confuciane.

Il Confucianesimo e le Arti Marziali

Per oltre duemila anni tutti gli aspetti della civiltà cinese sono stati influenzati e condizionati dal Confucianesimo.
Lo stesso Confucio, oltre allo studio degli antichi classici, consigliava ai giovani la pratica delle arti marziali e sembra addirittura che egli abbia insegnato il tiro con l'arco e l'equitazione (corsa con i carri da guerra). Egli era convinto della necessità di coltivare sia la mente che il corpo.
Il rituale che ancor oggi esiste nelle palestre in cui vengono insegnate le Arti Marziali Tradizionali è di stretta derivazione confuciana.
Fanno parte di questo rituale la cerimonia del saluto, le relazioni fra maestri e allievi, fra allievi anziani e nuovi allievi, il rispetto dei gradi, la cortesia, la venerazione per gli antichi capiscuola, il sentimento di riverenza per il maestro e così via.
Tutto questo non deve essere pura esteriorità, ma la manifestazione genuina di uno stato d'animo interiore: desiderio di apprendere da parte degli allievi che ammirano, rispettano ed amano il loro maestro che, come un padre, li guida lungo la via della tecnica e della saggezza.
Non per niente un (vero) maestro di arti marziali viene chiamato in cinese Shih Fu che significa maestro e padre.
Senza il loro millenario rituale le arti marziali perdono il loro spirito più autentico e inevitabilmente si trasformano in attività violente e poco educative o, nella migliore delle ipotesi, in semplici sport.

KUNG FU - WING CHUN

Theory

Wing Chun Kuen - or martial arts in general - is about being in control of oneself and therefore the situation (e.g. the attacker), that means a martial art needs to be logical and efficient in order for it to have any practical value. This is guaranteed by the fact that Wing Chun Kuen's theory is built around essential martial principles and physiokinetics which take human anatomy into account.
Some of the system's strong points are:
  • It can be learnt and used by the average person because the system's techniques are straightforward
  • It does not rely on brute muscular strength
Grandmaster Yip Man showing a Wing Chun technique
  • Attack is the best form of defense
  • Pre-emptive striking
  • Explosive techniques going in a straight line to the intended target
  • Strike the nearest target with the closest available weapon
Grandmaster Yip Man demonstrating simultaneous defense and attack

  • Minimum of movement required for maximum effect with the least expenditure of energy to achieve the objective
  • In-fighting: close range combat, doesn't allow the opponent to retaliate because we close in on the adversary
  • Once Wing Chun is set in motion, it attacks; or at least simultaneously defends and attacks, but never just goes onto defense alone!
  • Launch the attack explosively
  • Overwhelm the opponent
The Wing Chun masters of past generations created a quintessential self-defense system, a no-nonsense martial tool, bare of all unnecessary movements and thus providing its adept with an empty-handed weapon.
Wing Chun application by grandmaster Yip Man
There are a number of principles and theories which are crucial for a martial art to be most effective in any given circumstance. The founder and subsequent grandmasters of Wing Chun Kuen put these key principles at the very heart of this new system to be. Just to state a select few:
  • Economy of motion
  • Simultaneous defense and attack
  • Using attacker's own energy to overcome and defeat him
  • Not opposing an opponent but blending with his force
Even if some of the Wing Chun principles and theories may seem contradictory at first, in essence they are complementary as can be observed in the following Wing Chun proverbs:
  • ‘Circular and straight accompany each other’
  • ‘Bent and straight complement one another’
  • ‘A hand used for attack serves also to parry’
  • ‘Glass-like head, cotton-like belly and iron-like arm bridge’
  • ‘Strive to remain calm in the midst of motion’
Yip Man showing follow-up techniques
Next, based on their own extensive martial background they integrated techniques from already existing martial arts which were in accordance with the key principles for unarmed combat (but also applicable against armed combatants) and improved or refined them. Techniques which they found lacking were added and over the span of several generations this new and devastatingly effective martial tool evolved from a set of a few very basic techniques in the beginning into this compact yet complex and sophisticated weapon as we know it today

KUNG FU - YIP MAN 5

Strength of the Wing Chun Stance

During his time as the chief of police of Futshan, it happened once when Yip Man was having a chat about Kung Fu with some of his subordinates. In his enthusiasm, he took up the Wing Chun stance 'Yee Chi Kim Yeung Ma' and invited four strong men to pull his legs apart, two on each leg. To their surprise, no matter how hard they pulled, they could not cause the slightest movement of Yip Man's legs.
Yip Man on the Mook Yan Jong

Display of Kicking Power

It was recalled by one of the retired detectives of Yip Man's squad that he once witnessed Yip Man's amazing strength. The story goes that one day Yip Man was leading his squad in hunting down a gang of robbers. They arrived at a large farmyard, where the robbers were suspected to be hiding. In front of the main door of the farmhouse there was a gate made of fir trunks as thick as a man's arm. It was extraordinarily strong and compact. Yip Man seeing that the gate was under lock and chain, realised that the robbers had made use of it to stop Yip Man and his team. They were not carrying any tools with them, so Yip Man, without further thought, gave the gate a kick which was powerful enough to break instantly four of the fir trunks forming the gate. They were then able to break into the farmhouse and arrest the robbers.

In Pursuit of a Robber

Once, Yip Man was chasing a thief who had just ascended to the flat roof of a house by means of the inside stairway. When Yip Man came up onto the roof, the thief had already jumped over the parapet to the roof of the neighbouring house, which was quite close, and was about to go down the staircase from the roof of that house. Yip Man risking his life rather than allowing the thief to escape, followed suit by jumping over the space between the two roofs. The thief, seeing that Yip Man was hard after him, suddenly slammed the door of the roof stairway towards Yip Man, who had just landed in front of it. This scared all those who were watching him as the door might force him to fall back and Yip Man would fall off the ledge of the roof. But they were wrong, for Yip Man's upper body only slightly swayed backwards and he was able to retain his balance. After this, the people of Futshan were even more convinced of Yip Man's competence in Kung Fu.
The people of Futshan had very high regards for Yip Man's Kung Fu skills, but he had never the slightest thought of teaching his skills to anyone, always keeping the commandment of Wing Chun Kuen, that ‘to spread it is in contrast to the wishes of the founder’. He used to think that Wing Chun Kuen was a deadly form of martial art. The more he knew of the profundity of Wing Chun Kuen, the more he admired it as an art of self defense. That was why he never imagined that he would one day become an instructor of this art.
Yip Man in the position of Wu-Sao (left) and before going into Wang-Gerk (right)
In 1937 following the invasion of China by the Japanese Imperial Army, Yip Man's fame soon reached the ears of the Japanese soldiers and he was offered several invitations to train the Japanese troops. But due to his nationalistic feelings and a hatred towards the invaders, he refused to be used by the Japanese Government. Because of this, his family wealth was confiscated and Yip's fortunes changed radically. Luckily one of his good friends gave him financial support from time to time. In order to repay his friend's kindness, Yip Man accepted his son as a student. From 1941 to 1943 he taught Wing Chun Kuen in Luen Cheung Cotton Mill at Wing On Road to a couple of people. During this time his wife became terminally ill and soon passed away and Yip Man was left alone to raise his two sons and two daughters. Yip Man continued in this manner until 1949.

Return to Hong Kong

Yip Man's perfect Wing Chun structure
When the communists took over China, they began to persecute the wealthy and influential and anyone connected to the Kuomintang, the political party of Dr. Sun Yat-Sen, the first president of the Republic of China. Yip Man felt forced to flee mainland China, abandoned his family and fortune to seek sanctuary off-shore and returned to British-occupied Hong Kong after a short stay in Macao with some friends who owned a bird shop, reaching Hong Kong alone and destitute, facing certain poverty. What made it very difficult for Yip Man to find a suitable job, was his unusual temperament and pride, coupled with the fact that he was from a wealthy family. Therefore he had to be content with living in relative poverty. However, Yip Man quickly fell back on his martial arts expertise to earn a living. He decided to break with the Wing Chun Kuen tradition of limiting instruction to a select few and started teaching members of the Restaurant Workers Union.
According to Lok Yiu, the second most senior student of Yip Man in Hong Kong, this happened in the following way:
Double-hand Chi-Sao (Yip Man with Lee Siu-Loong)
Among the staff members of this Union, there were Leung Sheung, Lok Yiu and Lau Ming who were all Chinese martial arts enthusiasts. The secretary, Tsui Fung, worked with the newspaper 'Sing Pao Daily News', and did not have enough time to handle the business of the association. So Lee Man was employed as an extra helper in assisting with the Association's daily affairs. Lee Man often did the 'Huen-Sao' movement. Leung Sheung recognized this as a basic movement of Wing Chun Kung Fu, because he had once learnt some other Wing Chun style and therefore knew something about this particular system. He asked Lee Man if he too had learnt Wing Chun Kuen before. There and then Lee Man related stories of the deeds of Yip Man and everyone present got very much interested. Lee Man then brought Yip Man to the Association after work was done for the day. Leung Sheung was teaching martial arts to a group of people. Leung Sheung was an expert in Dragon style, Choy Lee Fut and White Eyebrow style. Yip Man was quietly observing but when asked about his opinion, he started to make fun of Leung Sheung's martial skills and told him that it was more or less useless. Leung Sheung wasn't convinced at first just listening to Yip Man explaining the principles of Wing Chun Kuen, but when Yip Man had no problem handling Leung Sheung who was 190 pounds and 5 feet and 11 inches tall, which is big for a Chinese person while Yip Man was only about 5 feet 4 inches tall and weighted about 125 pounds, then Yip Man won everybody's admiration for his Wing Chun skills. After a great deal of persuasion, Yip Man finally accepted the post of Kung Fu instructor of the Restaurant Workers Union.
At first, members of the Association did not pay much attention to Yip Man, nor did they have much regard for what he was teaching, as Wing Chun Kung Fu, unlike the ‘long bridges and wide stances’ of other Kung Fu styles, was not very attractive at first sight. Besides, Yip Man, like his own masters, did not wish to boast about his skills, not to mention taking part in public displays. That is why Wing Chun Kung Fu was not well known at that time.

Development of Wing Chun Kuen in Hong Kong

Yip Man experimenting with iron rings
After two years of serving as the instructor for the Restaurant Workers Union of Hong Kong, where he had only a few students, he opened his own training hall in the district of Yaumatei in Kowloon. Many of his early students, who had followed him over the past two years also came to the new location and lent a helping hand in teaching Wing Chun Kuen. It was then that this new Kung Fu style started to draw the attention of Kung Fu enthusiasts from all over Hong Kong. Later, when more and more students came to the classes, he had to move his gymnasium to a larger site. Yip Man's fame, which ran fast, and the practical value of Wing Chun Kuen were especially admired by members of the police force of which more and more attended the classes.
From the time, Yip Man started to teach Wing Chun Kuen in Hong Kong around May 1950 until his retirement 20 years later, he attracted many students. There were many challenge fights by the Wing Chun students to the other Kung Fu styles to test their fighting abilities. These were bare-handed, no-rules fights, called either 'Kuo-Sao' or 'Beimo', and were mostly held in the back alleys of Hong Kong or on rooftops of apartment buildings. On some occasions, the challenging parties even invited journalists to document the fights. It was mostly through these matches that the fame of Wing Chun Kuen started to spread as a practical, efficient and no-nonsense martial art style which actually delivered results.

Final Years

Yip Man in a leisurely moment
In 1970 Yip Man officially retired from teaching at the gymnasium and enjoyed a leisurely life, going for tea in the afternoons and dining out in the evenings with friends and students. But he still was giving private lessons by appointment at his home though. In 1972, however, a medical check-up revealed that he was suffering from throat-cancer, which had stripped him of his physical strength.
That was also the time, when he decided - just a couple of weeks or 10 days (depending on the source one wants to believe) before his death - to have the 'Wooden Dummy techniques' committed to 8 mm film, so as to leave the correct dummy techniques for posterity. When watching the uncut version of this film, one can clearly see that Yip Man was using the last ounce of his strength to have his dummy techniques filmed. During this time, he still kept on going to the tea-house or dining out in the evenings with his disciples.
However, when his condition worsened, he was at once admitted to the hospital and finally succumbed to this fatal disease on December 2nd, 1972.

KUNG FU - YIP MAN 4

Tournament Challenge Fight

Yip Man showing a Noi Moon techniqueo
In another incident, Yip Man was noted for his competence in a duel with a boxer by the name of Kam Shan Mao from Kianghsi Province in Northern China. Kam arrived in Futshan and asked for the post of instructor in the Ching Wu Athletic Association of Futshan. He boasted of his own skill and degraded the standard of the martial artists of Futshan. The directors of the Ching Wu Athletic Association were reluctant to accept him. Nevertheless, he was invited to take part in a tournament, to be held in the Futshan Theatre, in which he was to fight the famous Yip Man. Yip Man at first refused to take part in such a public fight with this stranger, but at the earnest request of Lee Kwong Hoi, a famous herbalist physician of Futshan, he eventually agreed to the fight.
On the day of the tournament the spectators flocked to the theatre where the fight was to be held. To the disappointment of all, Kam was knocked down by Yip Man already in the first minute of the fight. The disappointed spectators became furious and restless, and disturbances at the scene would be inevitable it seemed. They were calmed down only by the fight-organiser offering them some instant boxing shows by a few other pugilists present at the scene.

Fight in an Opium Den

The second time Yip Man fought for the fame of the Kung Fu circle of Futshan was in a duel with a comedian of the Red Boat Opera troupe. The groupe was at that time visiting Futshan. When the opera was not performing or when the show was over, the comedian of the troupe used to frequent a smoking den (a place where the people of Futshan could legally smoke opium). Non-smokers also used it as a meeting place. Whenever the comedian of the troupe went into the smoking den, he used to boast about his own Kung Fu skills. Once he even demonstrated his 'Phoenix-Eye Fist' in front of the smokers making a hole into the wall with just one punch. It was there that Yip Man encountered this man. The man, proud of his skills, insisted on having a fight with Yip Man who refused to accept the challenge. The fight would never have happened if it was not for the persistent urging of the meddlesome onlookers. To their surprise, Yip Man put his opponent on the floor with only one punch, giving him a bleeding nose.
The spectators cheered Yip Man and asked how he could win the fight so easily. Yip Man told them that, although the man was powerful with his 'Phoenix-Eye Fist' but that he had little knowledge of martial techniques used in fighting. That was why the man lost the fight.

Stage Fight as a Favour to a Friend in Need

Yip Man on the Mook Yan Jong
Another story tells us of an associate of Yip Man by the nickname of Charlie Wan who was badly in need of a large sum of money. Charlie Wan was a pugilist of the Choy Lee Fut style noted for its practical fighting skills, but quite different from those of Wing Chun Kuen. Though they were friends they never discussed martial art techniques, nor did they ever argue over the art of Kung Fu. For this reason, the meddlesome citizens of Futshan did not know, but were eager to find out, which of the two was the better fighter. One of them had thought out a way to test them at last - that was to hold a contest between the two of them for fund-raising purposes. This would, in the first place, attract and satisfy large crowds of Kung Fu enthusiasts and secondly, would serve to meet the monetary needs of Charlie Wan. Charlie Wan at first refused this suggestion, thinking that this would impair the friendship between Yip Man and himself. However for the sake of easing his own needy situation, he finally agreed to the contest with the stipulation that there should be a suitable go-between to arrange it. This problem was taken care of by Lee Kwong Hoi, who agreed to arrange the fight and be the judge. Yip Man had no objection to this at all, thinking this would not only solve his friend's problem but also promote the art of Kung Fu in Futshan. For increased publicity, Yip Man even suggested that he would be blind-folded during the fight. This really stirred up much talk about the tournament, and the people of Futshan became very anxious to know how this man who had knocked down Kam Shan Mao in the first minute, would fight when he was blind-folded. Some feared that Yip Man's chance of winning was very slim.
Yip Man with the Luk Dim Poon Kwung
On the day of the fight, spectators poured into the area. At the order of Lee Kwong Hoi, the judge, the two pugilist began their bout. Charlie Wan took the offensive at the very beginning, while Yip Man, well trained in detecting the intentions of his opponent by the feeling of his bridge-arms, remained in constant contact with his opponent. Though the attacks of Charlie Wan were fierce and powerful, yet Yip Man managed to dissolve them one by one, and very often succeeded in chasing his opponent and rendering counter attacks. In this way they exchanged punches and kicks to the great satisfaction of all the onlookers. At last the clever Lee Kwong Hoi, fearing that one of them would inevitably be wounded in the end, declared a stop to the fight. So the fight ended in a draw amidst a hail of cheers from the spectators.

KUNG FU - YIP MAN 3

Here are some accounts of his supposed martial art exploits while being in Futshan:

Accepting the Challenge of a Criminal

Yip Man's Taan-Sao
There was a wanted robber by the name of Tsu Ping, who was cruel, strong and skilled in martial arts. The local policemen were after him for quite a long time. One day Yip Man's squad was informed that the wanted robber had been sighted in Futshan. Yip Man led some of his detectives to lay a trap for the robber. He briefed his detectives that the robber was ferocious and armed, and that it was dangerous to cross fire with him in a crowded street. He told them that he would deal with him first and that when the robber was overpowered, they would then rush in to apprehend him, but before that they had to hide at some concealed corners. Soon the robber was located in a street. Yip Man walked towards him. Being well-dressed and gentle in outlook, Yip Man didn't cause the robber to be alarmed. The robber passed by casually. Yip Man then turned and called the robber's name. The robber became suspicious and began to run. But Yip Man stepped forward and grabbed the robber's collar who was then trying to draw his pistol. Yip Man grappled the robber's arms. The robber struggled. But Yip Man's arms were too powerful for the robber, and his stance too firm for him. At this moment the other detectives rushed forward and handcuffed the notorious robber and brought him back to the police station. When the robber was questioned, he admitted all charges laid against him. He only regretted that he never dreamt that he would be caught by a gentle scholar, because he had so far not met a real antagonist. Yip Man smiled and said, "You call me a scholar. Do you think you can defeat me with your techniques?" The robber said, "If I am allowed to fight with you bare-handed, I can defeat you within one minute." Upon hearing this, Yip Man asked his men to uncuff the man and promised him that if he could win, he would be set free. The two were then ready to have a free fight in the hall of the detective's office. The robber poised a wide stance, and adopted long bridge-arms, and attacked with thrusting punches which seemed fast and powerful. Yip Man dodged left and right, trying to keep himself evasive at first and avoiding to make direct contact with the robber. He waited for his chance. Suddenly, when the robber had just completed a reverse punch but had not withdrawn his forearm from the attack, Yip Man advanced, grabbed the robber's wrist with his right hand and pressed down the robber's elbow with his left hand, and exerted a powerful downward pull. The robber lost his balance and fell forward. At this moment, Yip Man raised his right leg to execute an upward knee thrust at the robber's chest. The robber fell to the floor and was out stone-cold. Since this incident, Yip Man was well-known as the unarmed scholar-detective of Futshan.

Knocking Away a Pistol's Bullet-Chamber by Sheer Finger Strength

Yip Man doing Lap-Sao with Lee Siu-Loong
There is another story told by Yip Chun of his father's amazing finger strength which seems a bit unlikely or exaggerated to say the least. There was a man by the name of Yu Yiu. He served in the army during the war, and after the war, he was recruited into one of the divisional patrols of the local police in Futshan, under the command of Yip Man. But owing to the large number of patrolmen, neither Yu Yiu nor Yip Man knew each other. One day, Yu Yiu was patrolling along a busy street. But very soon for some minor reason, he argued with someone in the street. Both men started to shout at each other loudly. It happened that captain Yip Man passed by the crowded spot. He saw that one of the quarrelling men was wearing a badge of his patrolling teams and carrying a pistol and knew that the man must be one of his patrolmen. He wished to stop the quarrel, thinking that a police patrolman's duty is to keep order and peace and should not be arguing with people. He stepped forward to stop the two men from quarrelling. But the patrolman was too proud to be stopped by a well-dressed gentleman such as Yip Man. He started to shout at Yip Man, ordering him to step back and mind his own business instead of intervening their quarrel. As he shouted at Yip Man, he drew his pistol and pointed it at Yip Man. Yip Man realized that the patrolman was clearly losing his sense, and that drawing a pistol in a busy street was a dangerous move. To eliminate the danger, Yip Man rushed forward to stop the patrolman from pointing the pistol at anyone. He got hold of the bullet-chamber of the weapon, meaning to stop the man from mis-firing. The man struggled to free his pistol from Yip Man's grip. However, Yip Man's fingers were so powerful that after a few pulls and twists the bullet-chamber of the pistol broke off to the astonishment of the on-lookers.
Yip Man with Bart Cham Dao
Another version of this same incident has Yip Man attending a local festival in the town of Futshan and was accompanied by several young female relatives. Not far away from them was a soldier who also was a spectator of the festival's show. Yip Man had a special dislike for soldiers because it was said in those days that only vagabonds and outlaws joined the military service. Yip Man's female companions were luxuriously dressed and their beauty and graceful manner attracted the attention of this particular soldier. The soldier annoyed Yip Man as he approached them and started to speak disrespectfully to the ladies. Yip Man accused him of having bad manners which resulted in a fight between the two men. To the surprise of the soldier, Yip Man was not the delicate scholar he expected. This infuriated the soldier who drew his pistol and pointed it at Yip Man. At this critical moment Yip Man wasted no time. He quickly snatched the pistol and knocked the bullet-chamber away with his powerful fingers, leaving the soldier standing frightened and dumbfounded. Before the soldier had time to recover from the shock, Yip Man and his companions were already gone.

KUNG FU YIP MAN 2

Teenage Years in Hong Kong and Meeting of His Second Teacher

Yip Man's Taan-Sao
He later traveled to Hong Kong to pursue academic studies at the St. Stephen's College at Stanley. This was an upmarket secondary school for kids from wealthy families and foreigners who lived in Hong Kong. Yip Man was a real troublemaker and would get quick into fights and even upon one occasion beat up the school's Indian doorman. After six months in Hong Kong, one of his classmates by the name of Lai whose father owned a large silk factory in Jervois Street in Sheung Wan, told Yip Man of an older gentleman who was living in their house and who knew martial arts. This same person extended an invitation to Yip Man to a friendly exchange of techniques. Yip Man had never lost a fight up to that moment and was very confident and proud of his Wing Chun skills and gladly accepted. This gentleman, Leung Bik, asked Yip Man to demonstrate his Wing Chun Kuen, which Yip Man was initially happy to do and then Leung Bik pointed out a number of deficiencies in the boy's skills. Yip Man was enraged and when he was finally asked to practice Chi-Sao (a form of sensitivity training used in Wing Chun Kuen) thinking that he now had an opportunity to teach the old man a lesson, Yip Man immediately threw a punch which was diverted, with Yip Man thrown effortlessly to one side, two more attempts both left Yip Man lying on the floor wondering what had just happened. Yip Man was furious and stormed out; it was only the next day when he had calmed down and asked who Leung Bik was, he realised that he had a lot to learn from this man. He went back to Leung Bik, apologised and asked him to take him on as a student. For the next four years, until Leung Bik's death, Yip Man refined his Wing Chun skills under this master's guidance.
Leung Bik was very clever and analytical as a teacher besides his martial proficiency which impressed Yip Man greatly. Thus, eventually Yip Man became the product of two masters - one a better fighter and the other a better teacher.

Back in Futshan

Beginning of the text of “History of Wing Chun” <br> in Yip Man's own handwriting
At around the age of 24 Yip Man returned to Futshan. Being from a well-to-do family, he didn't need to work and was able to devote the next years to refining his Wing Chun skills and passing them to others. Yip Man installed a wooden dummy in the corner of his living room. Yuen Kay Shan for example was practising with Yip Man at that time. Yuen Kay Shan, like Yip Man, was from a wealthy merchant family in Futshan and besides working as a lawyer part-time, he devoted himself to the study of Wing Chun Kuen and thus reached quite an advanced level of skill.
Yip Man also got married to a lady by the name Cheung Wing Sing and had four children. Two sons (Yip Chun and Yip Ching) and two daughters (Yip Ar Sum and Yip Ar Woon). Challenge matches between Kung Fu schools were an everyday reality of Chinese martial arts culture and Yip Man quickly acquired a reputation that made him the target for many of these challenges. He was however able to dispatch all his challengers.
While Yip Man had been away from Futshan his Wing Chun skills had improved tremendously and he found himself more advanced in his skills than his former fellow students under Chan Wah Shun. This provoked complaints from his elder Kung Fu brothers who believed he had learned a different kind of martial art and treated him as a traitor to Wing Chun Kuen. This resulted in many arguments between Yip Man and his elder Kung Fu brothers. Fortunately, Ng Chung So successfully explained the situation to the other students. He revealed that their master, Chan Wah Shun, although highly skilled in the art, had not been a scholar, therefore he wasn't in the position of explaining in a proper way the theories of Wing Chun Kuen to his students. Whereas Leung Bik was a learned scholar in addition to being a highly skilled martial artist. Therefore he could give explicit explanations of the principles of Wing Chun Kuen to Yip Man. This was where the difference between Yip Man and his elder Kung Fu brothers lay.
Yip Man was known for being a modest and unassuming man with a friendly and humorous manner and made a point of never indulging in laying claim to supernatural powers or aggrandized stories of his fighting prowess. This earned him a reputation of being an honest and honourable gentleman. As a result of his reputation not only for martial skills, but also for his honour and honesty, Yip Man was offered the job of police chief of Futshan. He carried out this job diligently using much of his spare time to practice and teach Wing Chun Kuen in his house.

KUNG FU - YIP MAN

Childhood in Futshan and Encountering His First Teacher

Yip Man was born into a wealthy and influential family who were the owners of a farm and two rows of large old-fashioned houses along the whole length of an avenue in the town of Futshan, Guangdong province. In the centre of this estate was the ancestral temple of the Yip clansmen. It was there that the master Chan Wah Shun was teaching Wing Chun Kuen to a few select students.
Yip Man doing techniques of Siu Lim Tao and Chum Kiu
Yip Man, being the second eldest son of this wealthy family, enjoyed a privileged and carefree upbringing. According to Yip Man's eldest son, Yip Chun, his father was born in the year 1893. However, there is a second set of birthdates of which the sources are various students of Yip Man. These dates mention Yip Man being born closer to 1898 or as early as 1895. Whatever the exact birthdate of Yip Man, at around the age of eleven he started to take an interest in Wing Chun Kuen after watching the martial art classes conducted by master Chan Wah Shun in his family's ancestral temple. Chan Wah Shun rented this site for the purpose of teaching martial arts since he was lacking a gymnasium of his own. Yip Man, being from this wealthy and respected family, was expected to tend to his academic studies in literature, poetry, art and Confucian philosophy. However, Yip Man often snuck off to watch Chan Wah Shun drill his pupils, most of whom were grown men. Watching the practice day after day, Yip Man became more and more intrigued by the martial techniques and skills displayed by master Chan Wah Shun. One day at last, he went straight up to Chan Wah Shun and asked him to be permitted to join his Wing Chun classes. Master Chan Wah Shun thought the boy might only be joking, so he said that every boy in order to be admitted had to pay an initial admission fee of 3 taels of silver and that if the boy had 3 taels of silver, he would admit him. On hearing this, Yip Man rushed back home filled with excitment and pleasure. Soon he brought back 3 taels of silver as required. Master Chan Wah Shun was surprised to see what the boy had done. He asked the boy where he had got the money from. The boy answered that he had already known that he needed 3 taels of silver for admission, so he began to save money some time ago.
According to an interview by a Hong Kong martial arts magazine ('New Martial Hero'), Yip Man was asked about this among other things. His answer to the interviewer's question was that he had to pay 20 taels of silver during the acceptance ceremony in a red envelope as the martial art custom required. Moreover, he had to pay a monthly tuition fee of 8 taels of silver. The interviewer then asked him how much 20 taels of silver were worth according to that time's living standard. Yip Man responded that with 20 taels of silver one was able to cover the wedding costs if the wedding was not conducted in a too expensive manner.
Yip Man's Taan-Sao
To come back to the main story, Chan Wah Shun did not believe the boy, thinking that he must have stolen the money from somewhere. So he did not accept the boy as his disciple, but instead told him to bring his mother to the ancestral temple to prove that the money really belonged to him. Yip Man had no other choice but to go home and urge his mother to come and see Chan Wah Shun. When mother and son went back to the temple, Chan Wah Shun just wanted to speak to Yip Man's mother personally to ask her whether she really allowed the boy to learn Kung Fu. Chan Wah Shun mentioned that he thought Yip Man to be quite gifted in learning Wing Chun Kuen. Yip Man's mother was very pleased to hear that and said that if Chan Wah Shun agreed to accept her son, she would not hesitate to allow her son to take up studies of Wing Chun Kuen.
From then on Yip Man became the last and youngest disciple of Chan Wah Shun. According to the 'New Martial Hero' magazine, Yip Man said that his master at that time was already 70 years old and that even though a bit weak, he still would correct Yip Man's mistakes with great patience. Besides that, Chan Wah Shun told his other students to instruct Yip Man. That way his Wing Chun techniques improved quickly. Yip Man was only able to train for three years before his master passed away. However, before Chan Wah Shun died, he reminded his eldest disciple Ng Chung So to take good care of Yip Man, his youngest Kung Fu brother. Yip Man continued his studies under Ng Chung So until an incident occured in which Yip Man, only 16 years old, killed someone in a fight. As his parents were very wealthy and had good connections, they were able to send their son almost immediately to Japan in order to avoid further complications with the authorities.

KUNG FU - FILOSOFIA

http://www.kungfuchang.it/fr_filosofia.htm

KUNG FU - COS'E' IL KUNG FU




Il Kung Fu è l’insieme di tutte le Arti Marziali Tradizionali Cinesi
.
La parola "Kung Fu" è un termine piuttosto generico; letteralmente infatti significa "esercizio eseguito con abilità", e potrebbe riferirsi pertanto ad attività diverse dalle Arti Marziali. Per indicarle i cinesi spesso utilizzano altre espresioni:
Wu I o Wu Shu = Arte Marziale
Kuo Shu = Arte Nazionale
Chung Kuo Ch’üan = Boxe Cinese
Ch’üan Shu = Arte del Pugno
Ch’üan Fa = Metodo dei Pugni o Pugilato


Le Arti Marziali Cinesi sono state suddivise in due grandi gruppi:
  1. Wai Chia o Sistema Esterno: comprende gli stili cosiddetti "duri" o "esterni", chiamati così per l’importanza delle caratteristiche esteriori delle tecniche come forza e velocità. Il principale stile esterno è lo Shaolin Classico della Cina del Nord.
  2. Nei Chia o Sistema Interno: comprende gli stili cosiddetti "morbidi" o "interni", chiamati così per l’importanza dello sviluppo dell’energia interna. I più noti stili interni sono il T’ai Chi Ch’üan, il Pa Kua e lo Hsing I.
Bisogna dire subito che la suddivisione tra stili esterni e stili interni è artificiosa e concettualmente errata. Non esistono infatti stili esclusivamente "duri" e stili esclusivamente "morbidi" in quanto, per raggiungere l’efficacia, è necessario sempre combinare durezza e morbidezza. Il flusso dell’energia è molto importante anche negli stili detti "esterni", così come il vigore è necessario anche nei cosidetti stili "interni".
Possiamo solo dire che in una prima fase negli stili "duri" le tecniche vengono eseguite in maniera forte e veloce, mentre negli stili "morbidi" vengono eseguite assai lentamente ed in completa decontrazione muscolare.

In una fase successiva negli stili "duri" si ricerca la morbidezza mentre negli stili "morbidi" la pratica diventa più vigorosa.
Infine le differenze tra Wai Chia e Nei Chia tendono a sparire.

KUNG FU - CHANG DSU YAO

Il Mastro Chang Dsu Yao (py: Zhang Zu Yao) è nato nel 1918 a Peixian, una città della Cina nella provincia del Kiang Su in un paese di nome Zhuzhaixiang.
Iniziò a studiare Kung Fu all'età di sei anni, sotto la guida di un famoso maestro, Liu Pao Chun, che gli insegnò vari stili Esterni primo fra tutti lo 'Shaolin Mei Hua Chuan della Cina del Nord' e il Tai Ji Quan , il piu' importante stile Interno.
Liu Pao Chun (1892-1947) era considerato a quei tempi uno dei più famosi maestri della Cina del nord. Aveva studiato gli stili esterni con il Maestro Wu, e il Tai Chi Chuan con il grande Yang Cheng Fu (1883-1936), caposcuola dello stile Yang.



Dopo gli studi superiori Chang Dsu Yao decise di intraprendere la carriera militare e all'accademia per allievi ufficiali ebbe modo di praticare con altri grandi maestri.
Il maestro Chang Ching Po (che aveva studiato con Yang Cheng Fu e con Sun Lu Tang), gli insegnò lo stile Xing YI Quan, Ba Gua Zhang e Liang I Quan.
Il maestro Fu gli insegnò invece uno stile che egli stesso aveva creato: la "boxe dei quattro punti cardinali", o Si Xian Quan .
Sul campo di battaglia Chang Dsu Yao si comportò eroicamente e riportò numerose gravi ferite.
Per i suoi meriti e per il valore dimostrato sul campo di battaglia, fu promosso colonnello quando non aveva ancora compiuto trent'anni.

Nel 1949 Chang si trasferì a Formosa (Taiwan), ove continuò il suo rapporto con il maestro Chang Ching Po, anch'egli emigrato in quell'isola, e divenne istruttore capo di Kung Fu delle Forze Armate e della Polizia. Fu anche chiamato a insegnare all'Università di Taipei.
A Formosa strinse amicizia con Cheng Man Ching, celebre maestro di Tai Chi Chuan, che fu prodigo con lui di suggerimenti e consigli.

 


KUNG FU - WING CHUN

Il "Wing Chun Kung Fu" fu fondato oltre 300 anni fa da Yim Wing Chun ("radiosa primavera" o "speranza per il futuro") una giovane ragazza di grande bellezza ed intelligenza, nativa di Canton (provincia di Kwangtung) in Cina. Sua madre morì presto e suo padre, Yim Yee, ingiustamente accusato di un crimine, rischiava di essere condannato alla prigionia. Per questo entrambi fuggirono e, dopo aver viaggiato molto, alla fine si stabilirono ai piedi del Monte Tai Leung, in prossimità del confine tra le province dello Yunnan e dello Szechuan. Qui vivevano grazie ad una bottega in cui vendevano focacce fatte con farina di fagioli. Durante il regno dell'Imperatore K'anghsi della dinastia Ching (1662-1722) il Kung Fu aveva conosciuto un grandissimo sviluppo nel Monastero Buddista di Siu Lam (Shaolin) sul Monte Sung, nella provincia di Honan. Questo destò preoccupazione nel governo dei Manchu allorquando questa dinastia di non-Cinesi provenienti dalla regione settentrionale della Manciuria si insediò al potere.
Per sopprimere la potenziale minaccia che il Monastero rappresentava per il loro dominio, i Manchu inviarono le loro truppe a distruggerlo. Gli assalti si susseguirono ma non furono mai coronati da successo,
in quanto i Monaci riuscivano sempre a respingere le truppe Manchu, nonostante queste fossero assai superiori nel numero.
All'interno del tempio, però, viveva da qualche tempo un inserviente civile chiamato Chan Man Wai, il quale per ingraziarsi il nuovo governo decise di tradire il Monastero e propose un piano per espugnarlo agli assedianti.
Nel complotto furono La ragazza si allenò per circa tre anni, giorno e notte, apprendendo l'elaborazione dello stile Siu Lam che aveva maturato Ng Mui dopo la distruzione del Monastero. Durante la sua
permanenza nel tempio Bak Hok Tse, presso il quale aveva appreso anche lo Stile della Gru Bianca (Bak Hok Kune), Ng Mui dedicò i suoi studi e tutti i suoi sforzi alla creazione di uno stile che, nascendo dallo stile Siu Lam, ne utilizzasse i punti deboli per batterlo. In questo modo coloro che divenivano esperti in questo stile avrebbero potuto sconfiggere i traditori, che avevano causato la distruzione del Monastero, e chiunque si fosse appropriato in maniera indebita delle tecniche Siu Lam. Ne nacque uno stile diretto e basato sull'economia di movimento,
nel quale alla potenza fisica venivano preferite la fluidità e la rapidità delle tecniche. Dopo questo periodo di addestramento Yim Wing Chun fece ritorno al suo villaggio dove sfidò e sconfisse in combattimento il prepotente che l'aveva insidiata per tanto tempo. Ng Mui partì, riprendendo a viaggiare per la Cina, facendosi prima giurare da Yim Wing Chun che ella avrebbe sempre onorato e rispettato la tradizione del Kung Fu, che avrebbe sviluppato il suo stile anche dopo il matrimonio e che avrebbe aiutato tutti coloro che lottavano per rovesciare la Dinastia Manchu. In seguito Yim Wing Chun fu sfidata da molti Maestri,
ma mai nessuno di essi fu in grado di sconfiggerla, al punto che ella giurò che avrebbe sposato l'uomo che un giorno sarebbe riuscito a batterla. Un giorno si presentò da lei Leung Bok Chau, un attore girovago che aveva appreso il Kung Fu dall'Abate Chi Sin, il quale dopo la sua fuga da Siu Lam si era rifugiato come cuoco su una delle barche che portavano in giro gli attori, conosciuta
come la Giunca Rossa.Yim Wing Chun si innamorò di lui, finse di essere sconfitta facilmente e così i due si sposarono. Dopo il matrimonio però la ragazza rivelò la verità al marito ed in un nuovo combattimento gli dimostrò la grandezza dello stile che aveva appreso da Ng Mui e poi sviluppato ulteriormente per conto proprio. Leung Bok Chau ne fu fortemente
impressionato, oltre che sorpreso; volle che la moglie insegnasse anche a lui quelle tecniche ed in seguito la aiutò a codificare lo stile che ancora oggi porta il suo nome, il Wing Chun Kung Fu. Leung Bok Chau da parte sua portò nello stile l'uso delle armi, il bastone lungo da Sei Punti e Mezzo (Liu Dim Book) ed i Coltelli a Farfalla (Bart Cham Dao), che aveva appreso da Chi Sin. In seguito egli insegnò il Wing Chun a Leung Lan Kwai da questi gli insegnamenti furono trasmessi a Wong Wah Bo, da questi a Leung Yee Tei, il quale a sua volta li passò a Leung Jan, che era un famoso erborista di Fatshan. Costui portò a livello di massima perfezione le tecniche più avanzate dello stile, sviluppando in particolar modo la forma Biu Jee, e divenne molto famoso in quanto sconfisse molti Maestri che lo avevano sfidato. In seguito egli insegnò le sue tecniche a Chan Wah Shan, il quale in tutta la sua vita ebbe solo 5 studenti : Lee Singe (Maestro di Austing Goh), Ng Chung So, Chan Yu Min, Lui Yu Jai e Yp Man.





venerdì 28 ottobre 2011

STILI DI KARATE

I principali stili del Karate sono:
  • Shotokan, il più diffuso, deriva dal maestro Funakoshi; e prevede, oggi, molte varianti. Alcune scuole, infatti, hanno un'impostazione tecnica completamente diversa dalle altre.
  • Shotokai, di Shigeru Egami, simile allo Shotokan ma molto morbido e senza agonismo; enfatizza al massimo la postura corretta, l'utilizzo delle anche e il kokyu e l'irimi per vincere senza impiego e senza spreco di forza come nell'Aikido;
  • Goju-Ryu, stile mantenuto tale fin dalle origini, tutt'oggi praticato ad Okinawa. Nasce dal Naha-te, il cui primo Maestro fu Kanrio Higahonna che visse per moltissimo tempo nel Fukien in Cina. A raccogliere l'eredità di Higaonna e fondare lo stile Goju-ryu fu il maestro Chojun Myagi.
  • Shorin-ryu, scuola che deriva dallo Shuri-te trasmessa per tramite del maestro okinawense Chotoku Kian. A questa scuola si ricollegano lo Shito, Uechi e Kushin. I gruppi Shorin-ryu attualmente componenti della Federazione di Karate-do di Okinawa sono: Shorin-ryu Kyudokan (kobayashi), Shorin-ryu Matsubayashi, Ryukyu Shorin-ryu, Matsumura-seito-Shorin-ryu, Shorinji-ryu. Ognuno di questi gruppi è legato da generazioni a una famiglia okinawense di riferimento ma tutti si possono definire come Karate stile Shorin-ryu. Si può forse definire lo stile maggiormente presente sull'isola di Okinawa e più legato alla tradizione insieme al Goju Ryu.
  • Shitō-ryū,Lo stile dello Shito Ryu è stato fondato dal maestro Kenwa Mabuni nel 1931. Egli iniziò a studiare il Karate-Do all'età di 13 anni dal maestro Ankoh Itosu e, all'età di 20 anni, Kenwa Mabuni iniziò lo studio del Naha-Te con il maestro Higaonna. Kenwa Mabuni in seguito si unì alle forze di polizia e questo gli permise di viaggiare per tutta l'isola di Okinawa cosi da imparare nuove arti marziali classiche dell'isola. Mabuni si trasferì ad Osaka nel 1929 dove iniziò a insegnare la via del Karate-Do e in seguito qui vi aprì una propria palestra. Il grande maestro Mabuni, dopo una vasta conoscenza del Karate acquisita dalle sue esperienze, decise di insegnare la sua versione del Karate-Do. Il grande maestro Mabuni incentrò il suo nuovo metodo di insegnamento sulle basi dei suoi due maestri più importanti: il maestro Kanryu Higashinna di Naha e Ankoh Itosu di Shuri. Kenwa Mabuni chiamò questo nuovo stile del Karate Shito Ryu dandogli le iniziali dei loro nomi, Higaonna e Itosu o, più semplicemente, scuola di Itosu e Higaonna. Lo Shito Ryu oggi è uno degli stili più importanti e diffuso al mondo e presenta il maggior numero di kata.
  • Wado-ryu, questo stile si basa sugli insegnamenti del maestro Hironori Otsuka; il quale fuse lo Shindo Yoshin Ryu JuJitsu con il karate di Okinawa e introdusse il moderno concetto di kumite. Wado Ryu letteralmente significa: "La scuola della Via della Pace". L'ideogramma "WA" assume tuttavia anche il significato di "armonia" poiché più vicino alle caratteristiche dello stile che è considerato uno dei migliori sistemi di difesa personale. Le posizioni sono molto alte, morbide e si pone l'accento sulla velocità e la fluidità sia dei colpi che del corpo. Il Wado Ryu, ad un contrasto cruento, preferisce utilizzare schivate e taisabaki per controllare e accompagnare il colpo dell'avversario così da sbilanciarlo e lasciarlo scoperto ad una serie di contrattacchi rapidi e dirompenti. La sua caratteristica principale è inoltre il vasto bagaglio di Jujitsu per cui a tecniche di percussione si accompagnano proiezioni, leve articolari, strangolamenti e sbilanciamenti. Predilige una distanza medio-corta.
  • Sankūkai, o Sankudò. Si basa sulla leggerezza e l'accuratezza della tecnica ma anche sulla potenza dei colpi. Stile fondato da Yoshinao Nanbu. Lo stile Sankukai è stato poi lasciato dal M° Nanbu nel 1978, in modo da poterlo evolvere (per scelta del maestro Nanbu in persona), nell'arte marziale Nanbudo, che a tutt'oggi viene praticata e migliorata da lui stesso.
  • Uechi-ryu, fondato da Kanei Uechi in onore del padre Kanbun Uechi, lo uechi-ryu è forse lo stile più antico di karate e deriva direttamente (anzi, è) quello che in cina si chiamava pangainoon (duro/morbido), kung fu che il maestro sho-shi wa insegnava. La peculiarità di questo stile è il grande lavoro di condizionamento fisico che si pratica e il kata sanchin (che significa "tre conflitti") che è prettamente formativo: un esercizio isometrico attuo a sviluppare il corpo, i muscoli e attraverso il quale si può apprendere la respirazione diaframmatica. Di Uechi-ryu esistono quattro associazioni diverse tra le quali, però, regna grande amicizia e spiritò di unità. L'associazione principale della stessa famiglia Uechi è la OKIKUKAI, Okinawa Karate-do Association.

MASUTASU OYAMA FOTO